Erica Liverani dopo MasterChef: «Ero più fragile, ho fatto anche scelte negative. Sono figlia di contadini e non mi piace vivere solo di social»

Erica Liverani dopo MasterChef: «Ero più fragile, ho fatto anche scelte negative. Sono figlia di contadini e non mi piace vivere solo di social»

La vincitrice della quinta edizione di MasterChef Italia nel 2016 ha avviato una collaborazione musicale e si è lanciata in un nuovo progetto in cucina, «Trafila»: «Voglio vendere la mia pasta, avere migliaia di follower mi gratifica e mi aiuta ma spiego anche a mia figlia che è solo uno strumento»

Erica Liverani

Erica Liverani

Il 2024 si sta rivelando ricco di sorprese e cambiamenti per la ravennate Erica Liverani, diventata popolare grazie alla vittoria della quinta edizione di «MasterChef Italia». Sempre più intensa è la sua attività di creator digitale, forte del seguito che vanta su alcuni dei principali social, con 256mila follower su Instagram e quasi 560mila su Facebook. Instancabile a livello lavorativo, dopo sei anni ha lasciato la gestione di «Raflò», il negozio di gastronomia e pasta fresca aperto a Ravenna insieme alle sorelle Claudia e Romina, per iniziare una nuova avventura: «Trafila», un piccolo laboratorio per la produzione di pasta trafilata a Marina di Ravenna. Da segnalare anche una «svolta’ rock»: Erica è diventata «musa» degli Strada Statale 16, una band di rock demenziale ravennate che le ha dedicato la canzone «Erica».

Il videoclip della canzone su YouTube, pubblicato lo scorso 16 agosto, ha rapidamente ottenuto migliaia di visualizzazioni, raccogliendo consensi e apprezzamenti dei fan. Com’è nato questo connubio tra cucina e musica?
«Personalmente ho sempre nutrito una grande stima verso le piccole realtà del mio territorio e questi ragazzi hanno già fatto tante cose interessanti. Per questo mi ha fatto molto piacere essere contattati da loro lo scorso inverno: mi hanno chiesto se mi piaceva la loro canzone che parlava proprio di me. L’ho ascoltato e mi è subito piaciuta, per cui ho approvato. Sono rimasta stupita dal fatto che, pur non conoscendomi, sono riusciti a cogliere la mia essenza dimostrando rispetto e considerazione».

Questo potrebbe essere di buon auspicio per il futuro della band e della canzone…
«Lo spero. Tra me i ragazzi, che mi hanno descritta come “simpatica, disponibile, umile e allegra all’inverosimile”, è nata una bella collaborazione. Spero che il successo del video possa portare fortuna alla band per la prossima tappa di Sanremo Rock, la finale del Nord Italia del prestigioso concorso che culminerà con l’ultima tappa al teatro Ariston di Sanremo».

Cosa l’ha portata a lasciare «Raflò», nel settembre 2023, dopo aver gestito la sua squadra per sei anni?
«Per natura sono portata a vivere intensamente il presente, a vivere d’amore anche nelle più piccole faccende quotidiane e ho sentito il bisogno di pensare un po’ più alle mie esigenze, a qualcosa che mi facesse stare bene, senza particolari preoccupazioni. Quando ho lasciato, non avevo ancora nessuna alternativa concreta. Ma sapevo che sarebbe stata solo una fase transitoria perché, anche come figura di mamma, non mi piace far vedere a mia figlia che bastano i social».

Poi qualcosa è arrivato: «Trafila», un piccolo laboratorio per la produzione di pasta trafilata a Marinara, a Marina di Ravenna…

«Sì. Cercavo un progetto che rispondesse a due fondamentali requisiti: essere da sola e senza dipendenti. La mia è stata una scelta di libertà, non imprenditoriale. Ho valutato diverse opportunità e alla fine ho sentito battere il cuore verso questo piccolo laboratorio dove mi occupo di tutto dalla contabilità alla spesa, dalla produzione alla consegna della pasta. Ho scelto i locali, seguito la ristrutturazione, comprato i macchinari, scelto i clienti. Non ho orari particolari, perché non sono aperta al pubblico e, se un giorno ho bisogno di stare di più con mia figlia, posso farlo».

Chi sono i suoi clienti?
«Al momento principalmente stabilimenti balneari e qualche ristorante. Mi piace ciò che ha un inizio e una fine e la stagione, si sa, ha un tempo limitato. Poi vedrò il da farsi».

Tornando ai social, grazie al suo seguito, avrà certamente dei vantaggi?
«Certo. Se ho aperto un’attività dal nulla e già ben avviata, lo devo anche al sostegno della pagina social. Alcuni ristoranti o stabilimenti balneari probabilmente mi hanno scelta anche per un ritorno di immagine. Si sa, la pubblicità è l’anima del commercio. Se sono riuscita a creare una pagina gratuitamente ben seguita che fa “girare” la mia economia, ben venga. Però, da figlia di contadini quale sono, non mi piace vivere solo di immagine, voglio vendere la mia pasta e arrivare a fine giornata stanca ma con la sensazione di essere utile».

I social dunque come strumento e non come fine?
«Esattamente. Per me almeno, è così. I social sono un’arma a doppio taglio. Posso essere sì d’aiuto come detto, ma possono anche creare un’immagine distorta della realtà. Usando una metafora, è come guardare la propria vita attraverso gli album con le foto più belle di compleanni, feste, eventi. Ma la vita non è fatta solo di momenti belli e chi finisce con il crederci troppo, instaura poi un’insana competizione con gli altri».

Lei invece è amica di altri creator come il ravennate Matteo Rizzi…
«Sì, tra di noi c’è grande stima e simpatia».

Guardandosi indietro, rifarebbe «MasterChef Italia»? Quanto ha influito quella vittoria nel suo percorso?
«Sì, lo rifarei. Se sono felice adesso è anche perché ho percorso certe strade, come quella di “MasterChef” e altre che si sono invece rivelate negative. Dieci anni fa ero molto più fragile, ma rifarei tutto dall’inizio. Siamo il risultato delle nostre scelte, e lamentarsi e basta lascia il tempo che trova».

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